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"Ogni mattina a Jenin"


@Biblioteca Civica - Multimediale Simpliciana



gio 11 gennaio 2024
17:30
Olbia
Il Tea Letterario inizia l'anno con due interessanti libri da commentare insieme:
Ogni mattina a Jenin, di Susan Abulhawa e
Marianna Sirca, di Grazia Deledda
Se li stai leggendo, li hai letti o vuoi scoprirli, vieni in Biblioteca l'11 gennaio alle 17:30, il Tea Letterario ti aspetta, l'ingresso è libero e gratuito
Il primo è un romanzo struggente che può fare per la Palestina ciò che il "Cacciatore di aquiloni" ha fatto per l'Afghanistan. Racconta con sensibilità e pacatezza la storia di quattro generazioni di palestinesi costretti a lasciare la propria terra dopo la nascita dello stato di Israele e a vivere la triste condizione di "senza patria". Attraverso la voce di Amal, la brillante nipotina del patriarca della famiglia Abulheja, viviamo l'abbandono della casa dei suoi antenati di 'Ain Hod, nel 1948, per il campo profughi di Jenin. Assistiamo alle drammatiche vicende dei suoi due fratelli, costretti a diventare nemici: il primo rapito da neonato e diventato un soldato israeliano, il secondo che invece consacra la sua esistenza alla causa palestinese. E, in parallelo, si snoda la storia di Amal: l'infanzia, gli amori, i lutti, il matrimonio, la maternità e, infine, il suo bisogno di condividere questa storia con la figlia, per preservare il suo più grande amore. La storia della Palestina, intrecciata alle vicende di una famiglia che diventa simbolo delle famiglie palestinesi, si snoda nell'arco di quasi sessant'anni, attraverso gli episodi che hanno segnato la nascita di uno stato e la fine di un altro. In primo piano c'è la tragedia dell'esilio, la guerra, la perdita della terra e degli affetti, la vita nei campi profughi, condannati a sopravvivere in attesa di una svolta. L'autrice non cerca i colpevoli tra gli israeliani, racconta la storia di tante vittime capaci di andare avanti solo grazie all'amore.
Il romanzo era stato pubblicato nel 2006 con il titolo Nel segno di David.
Il libro di Grazia Deledda presenta l’universo arcaico e immobile della Serra nuorese, la durezza e l’inospitalità del clima barbaricino e un ambiente rurale e montano inconciliabilmente diviso fra padroni, servi e banditi costituiscono il paesaggio geografico e sociale in cui si svolge la storia della contrastata passione fra due personaggi – la possidente Marianna e il giovane bandito Simone – che tentano di violare l’incomunicabilità fra i ruoli imposti loro dal destino. L’eroina deleddiana, pur di rifiutare le immutabili leggi e consuetudini della propria terra, è disposta a legarsi a Simone «più per la morte che per la vita». Alla fine il protagonista più debole, votato alla promessa e all’impegno di un impossibile matrimonio, dovrà soccombere. Con Marianna Sirca si conferma la visione romanticamente pessimistica della grande scrittrice sarda, secondo cui nessuno può sfuggire all’infelicità e al destino, essendo tutti costretti nel carcere della propria condizione. Grazia Deledda (Nuoro 1871 - Roma 1936) esordì come narratrice su un periodico di moda. Nel 1926 ottenne il premio Nobel per la letteratura. È stata definita la scrittrice del verismo romantico. Restano famosi alcuni suoi titoli: Elias Portolu; Marianna Sirca; La madre. Delle sue opere la Newton Compton ha pubblicato Canne al vento, Marianna Sirca e Tradizioni popolari di Sardegna.
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Piazzetta Dionigi Panedda, 3
Olbia

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